lunedì 9 febbraio 2015

Un the, un giorno di pioggia e...un buon libro!


Quando i libri fanno stare meglio...

Capita a tutti, anche ai lettori più accaniti, di vivere un momento di stress dovuto a studio, lavoro o qualsiasi altra cosa la vita ci ponga di fronte. Capita anche che, proprio in questi momenti, si senta il bisogno di mettere il pigiama, fare un the o una cioccolata calda e di immergersi in un buon libro. Un libro di quelli che facciano sognare, sorridere o semplicemente pensare ad altro. Anche un libro, però, che non richieda particolare attenzione o, per meglio dire, grande impegno intellettivo per la comprensione.
Si parla tanto di lettura, noi siamo le prime a non riuscire a far altro. Ma, per la maggior parte, si parla di lettura che istruisca, che si renda utile nella vita, che amplii i nostri orizzonti culturali. Ed è giusto, la lettura serve a questo. E un lettore che voglia definirsi tale non può esimersi da alcune letture di particolare importanza.
Però questo post, oggi, vogliamo dedicarlo ad altro. Ad un altro tipo di lettura. La così detta lettura di piacere, quella che permette alla mente di viaggiare con mooolta leggerezza, quella di cui sopra, accompagnata da pigiama e cioccolata. Tutta quella serie di libri che difficilmente la critica definirebbe “testi di qualità”, ma che noi abbiamo sul comodino. Quei libri che erano lì, nello scaffale occasioni, con una copertina dai colori vivaci e un titolo simpatico, o quantomeno intrigante.
Questo tipo di letteratura è definito oggi “romanzo di evasione”. In principio fu il fouiletton, o romanzo d'appendice, relegato alle ultime pagine dei quotidiani. Quelle che i mariti “concedevano” cortesemente alle mogli, durante la prima colazione, insieme alle pagine mondane. Oggi, il genere di “evasione” vive una stagione felice, e guadagna i primi posti delle classifiche e posti “al sole” in libreria. 
Fortunatamente oggi il panorama letterario è talmente variegato da poterci permettere, di tanto in tanto, di dedicarci ad un libro più "leggero". Non iniziate a storcere il naso. Non sempre i libri definiti commerciali sono sinonimo di bassa qualità. Anche in questo filone, un tempo definito sottogenere, è possibile trovare "prodotti" di qualità e non bisogna necessariamente risalire alle produzioni di grandi autori del passato. Ci sono tanti, bravi autori contemporanei che, parallelamente alla produzione di opere di spessore, danno vita a storie e personaggi che riescono ad attirare un pubblico più vasto. Pensiamo, ad esempio, a Camilleri che, con il suo Commissario Montalbano si è guadagnato, da diversi anni, una consistente "fetta" di lettori affezionati. Le storie, mai banali, l'ottima penna del "maestro", ci regalano ogni volta un viaggio virtuale nella quotidianità della provincia siciliana. Se invece amate quel tocco di cosmopolita, che non guasta mai, potete appassionarvi alle avventure dell' eroina in "carta ed inchiostro" di Sophie Kinsella, che da più di un decennio catalizza stuoli di fans dello shopping. E si, perché la protagonista dei suoi romanzi è una compratrice compulsiva, Rebecca. Vera shopping girl, "Beky" riesce sempre a trovare il modo di fare acquisti, cacciandosi, spessissimo, in situazioni al limite del verosimile.
E come questi, di testi, ce ne sono veramente tanti. L'importante, bisogna ammetterlo, è saperli scegliere. Spesso trama semplice non è sinonimo di scontata, e linguaggio fruibile non è sinonimo di poco curato.
I veri romanzi di evasione, quelli che vale la pena comprare e “sfruttare” quando fuori piove, sono quelli che sanno conciliare un bel linguaggio con una bella trama, entrambi semplici ma di qualità. Nel marasma letterario che oggi il mercato ci propina purtroppo non è semplice districarsi, ed è semplice cadere nella trappola di quelle letture accattivanti ma, oggettivamente, di bassa lega. Eppure anche i meno esperti possono imparare a leggere, magari partendo dalla bella letteratura d'evasione per finire un giorno, perchè no, a leggere i grandi classici. Una sorta di palestra per la mente, si parte dagli esercizi base e poi si arriva a sollevare il peso....della cultura!
L'importante non è che si legga, ma che si voglia imparare a farlo. E questo mondo, ve l'assicuriamo, ce lo permette!
Buona lettura (d'evasione)

The Readers 

venerdì 6 febbraio 2015

La meccanica dei ruoli

Cari lettori,
oggi voglio presentarvi un nuovo “caso letterario”. Il suo nome è Alice ma nelle librerie potete cercarla col suo nome e cognome: Alice Malerba.
Classe 1982 e un curriculum alle spalle di tutto rispetto. Alice è una giovane torinese che, dopo una laurea in discipline teatrali e una lunga esperienza come attrice e formatrice, scopre la passione per la scrittura.
Ma Alice vive anche la sorte che tocca a molti giovani italiani, figli di una società che non sempre garantisce loro la possibilità di affermarsi nel proprio Paese. Alice, infatti, è ora emigrata in Svizzera, dove insegna Italiano e continua a curare le sue passioni. Quella di cui parliamo qui l’ha portata a elaborare un progetto che ha preso forma con la stesura di un romanzo, il primo: La meccanica dei ruoli. Primo romanzo ma non primo tentativo di scrittura, dal momento che Alice di libri ne ha scritto anche un altro, Mea culpa, edito da CartaCanta nel 2011 e finalista del premio Carver 2013.
Notizie di lei abbiamo modo di scorgerle direttamente dal suo blog (e ve lo diciamo perché non temiamo la concorrenza), la seconda delle sue passioni: il suo nome è LIBRAMOS, “Per restituire il tempo della parola con le parole”.
È qui che mi sono imbattuta nelle prime informazioni sul romanzo in questione, che ho “scovato” davvero per caso.
Ma non voglio riprendere le sue parole per spiegarvelo, bensì provare a farlo, come sempre, attraverso l’interpretazione che ne ho dato personalmente, dopo averlo letto con molta curiosità, oltre che tutto d’un fiato. Non posso celare l’atteggiamento prevenuto che spesso mi condiziona nella scoperta di una nuova penna: il più delle volte non si crede nelle capacità dei giovani, soprattutto quando si è ancorati a modelli che spesso, però, sono tali solo in quanto già affermati. Poi, a poco a poco la diffidenza cede il posto allo stupore: la buona cifra stilistica e la profondità del racconto riescono a rendere onore a un romanzo che non ha proprio nulla da invidiare ad altri, per la sua capacità di scavare nell’interiorità dell’anima e in modo semplice.
Centrali nella storia le dinamiche di una famiglia “comune”, letteralmente sinonimo di una situazione che potrebbe riguardare una qualunque delle persone che ci circondano.
La voce narrante è quella di Ada, così come il flusso di pensieri. Ada, infatti, non si limita a raccontare la sua storia ma a compiere un percorso alla scoperta di se stessa. È una giovane donna, trent’anni appena, sorella e gemella….di Cosmo, suo compagno di viaggio. Si, perché sullo sfondo è il racconto di un viaggio, reale questa volta, che i due fratelli compiono da Torino a Noto, cercando di comprendere le dinamiche del loro rapporto (la meccanica), ma utile anche a ricomporre i pezzi di un puzzle più grande: quello della loro intera esistenza.
Ada e Cosmo sono cresciuti in simbiosi, figli di un mondo che li ha accolti distrattamente sin dalla nascita, affidandoli alle cure di una nonna severa, una mamma putativa impreparata a ricoprire un ruolo così impegnativo, per la seconda volta, dopo aver cresciuto una donna incapace di badare a se stessa. Una madre – matrigna, che ha dato loro la vita ma che poi li ha “gettati” in un mondo in cui è dura sopravvivere.
La loro storia si svolge a Torino, dove la nonna si è stabilita negli anni ’80, emigrando dalla Sicilia e sperando per loro in un futuro migliore del suo. Ma adesso hanno preso strade diverse. È la morte della nonna a riunirli.
Un funerale, un’occasione triste che offre loro l’opportunità di ritrovarsi e di riscoprire un rapporto ed un affetto immutati dal tempo e dagli eventi.
Forse una delle più incondizionate esperienze d’amore quella che lega Ada e Cosmo: da un vissuto profondamente triste si può riemergere con un sorriso. Dal deserto può spuntare una ginestra, profumata, delicata, flessibile.
Ada e Cosmo scoprono che il dolore non li ha “piegati” ma forgiati per la vita che li attende, quella che pone tutti noi in uno stato di sospensione. Non loro, ai quali il destino per troppo tempo forse ha sottratto l’amore di una madre ma non ha mai schiacciato il soffocante desiderio di rinascita. Dopo questo lungo viaggio finalmente questo desiderio potrà essere appagato.
La meccanica dei ruoli di Alice Malerba è edito da CartaCanta Editore
Collana “I Cantastorie”
174 pagg. – 13,00 euro
Isbn 978-88-96629-54-3


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